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Andrew Jackson

Andrew Jackson189 cm (6 ft 2.5in)
Andrew JacksonLa sua presidenza fu caratterizzata da tre questioni: l'esproprio delle terre dei Cherokee, le tentazioni secessioniste della Carolina del Sud e la guerra contro la Second Bank. I Cherokee erano una popolazione indiana che si era stanziata all'interno della Georgia e si era addirittura data una costituzione su modello di quella statunitense; quando fu scoperto l'oro nei suoi territori, lo Stato della Georgia si affrettò ad espropriarne le terre, provvedimento che la Corte Suprema di John Marshall ritenne illegale (in quanto riconosceva i Cherokee come stato straniero); Jackson, però, era un sostenitore dell'autonomia dei singoli Stati dell'Unione, e legittimò l'esproprio delle terre e la deportazione degli indiani (il cosiddetto "Sentiero delle lacrime") firmando l'Indian Removal Act in seguito definito dallo storico Robert V. Remini "Uno dei peggiori crimini della storia degli Stati Uniti". Egli non era comunque disposto a sancire la supremazia dei singoli Stati sull'Unione, e ciò divenne chiaro quando il South Carolina abrogò una legge federale sui dazi, accusata di favorire il Nord a discapito del Sud, minacciando addirittura la secessione; egli quindi mandò una squadra navale a Charleston per costringere lo Stato ad accettare la legge, cosa che di fatto avvenne in quanto il South Carolina si ritrovò isolato dagli altri Stati, compresi quelli del Sud. La disputa ebbe effetti anche sulla composizione del governo: il vicepresidente Calhoun si dimise in solidarietà con il suo Stato di appartenenza. Jackson affrontò in seguito la Banca degli Stati Uniti; egli era un uomo finemente intelligente e, guidato in questo caso dai suoi realistici pregiudizi nei confronti del sistema di banche centrali, si oppose ad un potere che riteneva illegittimo in quanto, non espressione del popolo, ma di poteri economici forti. Egli riuscì spregiudicatamente a non far rinnovare il mandato ventennale che nel 1815 aveva istituito la Second Bank (Banca centrale); ciò, però, ebbe effetti negativi sull'economia e sulla stabilità monetaria a causa delle ritorsioni volute dagli ex dirigenti della Second Bank, più che mai adirati per quello che aveva fatto loro. Ci vollero comunque 70 anni prima che i cambiavalute riprendessero i loro giochi di potere. Riuscì anche ad avere la meglio sul Congresso, rivendicando per la sua carica il diritto di veto sull'attività legislativa. Per questo fu scioccamente accusato di autoritarismo, in quanto tale potere era stabilito dalla Costituzione degli Stati Uniti. I suoi oppositori iniziarono (lentamente) ad organizzarsi nel Partito Whig (un nome che non a caso riecheggiava le lotte degli inglesi contro l'assolutismo di Carlo I). Nel 1832 ottenne un secondo mandato e sotto questo l'Arkansas entrò a far parte dell'Unione. Nel 1837, scaduto anche questo mandato, si ritirò a vita privata. Morì all'età di 78 anni, l'8 giugno del 1845, nella tenuta The Hermitage nei pressi di Nashville.

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Fonte dati e immagini: wikimedia.org
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